Il Trapianto di rene da donatore vivente

Il Trapianto di rene da donatore vivente

Informazioni

Se state pensando di donare un rene a un familiare, ci sono molti aspetti da considerare. Nelle pagine dedicate al trapianto di rene da donatore vivente troverete informazioni sulle varie fasi della donazione quali la valutazione pre-chirurgica, l’intervento, il ricovero e la ripresa delle normali attività dopo la donazione.
Vi consigliamo di valutare attentamente questa scelta insieme alla vostra famiglia, al medico di fiducia e al Gruppo Trapianti di Rene e Pancreas. L’esperienza del nostro Centro nel trapianto di rene da donatore vivente è tra le maggiori in Italia: si tratta di una procedura che eseguiamo da più di vent’anni con ottimi risultati, sia per quanto riguarda il donatore che il ricevente. Il prelievo del rene viene eseguito con tecnica laparoscopica.

I requisiti per essere un donatore vivente

Ogni persona in buone condizioni di salute e in grado di essere sottoposta a intervento chirurgico può diventare un possibile donatore nei confronti di un parente consanguineo (o non consanguineo, nel caso di coniugi o di adozioni).

La legge che regolamenta il trapianto da donatore vivente

L’attività di trapianto da donatore vivente in Italia è regolata dalla Legge 26 giugno 1967, n. 458. L’art. 1 della legge fa riferimento all’art. 5 del Codice Civile (Atti di disposizione del nostro corpo). In deroga dell’art. 5 del Codice Civile, è consentita la donazione ai familiari consanguinei; solo nel caso in cui il candidato ricevente non abbia congiunti consanguinei disponibili o idonei al trapianto è consentita la donazione ai soggetti non consanguinei, parenti e non. La legge italiana prevede che, in ogni caso, la donazione non dia luogo a compensi diretti, indiretti o a benefici di qualsiasi altra natura.

Il Trapianto di rene da donatore vivente

La valutazione del donatore

Esami di compatibilità

Per accertare la compatibilità tra donatore e ricevente vi sono tre esami che devono essere eseguiti: analisi del gruppo sanguigno, cross-match e compatibilità HLA.

Gruppo sanguigno

La compatibilità di gruppo sanguigno è sempre stata considerata un requisito fondamentale per l’esecuzione del trapianto di rene da donatore vivente. Attualmente i progressi della terapia immunosoppressiva e lo sviluppo di nuovi approcci di desensibilizzazione consentono in alcuni casi di procedere al trapianto anche in assenza di compatibilità di gruppo sanguigno (vedi trapianto AB0 incompatibile).

Cross-match

Con questa metodica è possibile evidenziare nel ricevente la presenza di anticorpi diretti contro il potenziale donatore. In presenza di tali anticorpi vi è un significativo aumento del rischio immunologico, tanto da rendere non attuabile il trapianto. In questi casi può essere presa in considerazione la possibilità di entrare nel protocollo nazionale di cross-over.

Compatibilità HLA

Il profilo degli antigeni di compatibilità HLA viene esaminato sia nel donatore che nel ricevente; ci sono 6 determinanti antigenici che vengono presi in considerazione, per cui il grado di identità può variare da 0 a 6. Indipendentemente dal valore di incompatibilità il trapianto può comunque essere eseguito.

Valutazione clinica del donatore

Si deve innanzitutto verificare il perfetto stato di salute del donatore. Vengono pertanto eseguiti esami di laboratorio completi (emocromo, indici di funzionalità renale ed epatica, studi sierologici e microbiologici per epatite B e C, HIV, CMV, Mantoux e così via) e una serie di esami strumentali, quali ECG, radiografia del torace, ecografia addominale, urografia e nefroscintigrafia renale sequenziale. Tali accertamenti vengono eseguiti in regime di esenzione (codice T01, pat. V59.4). Solo qualora il donatore risulti idoneo alla donazione, gli verrà eseguita una angioTAC renale per valutare la fattibilità tecnica del prelievo del rene.

>> link: PDF Valutazione idoneità donatore vivente di rene per trapianto

Valutazione finale

Una commissione di terza parte, individuata dal Centro Regionale di riferimento, effettua, in modo indipendente dai curanti del ricevente (chirurgo trapiantatore e nefrologo), un accertamento che verifichi le motivazioni della donazione, la conoscenza dei potenziali fattori di rischio e delle reali possibilità del trapianto in termini di sopravvivenza dell’organo e del paziente, l’esistenza di un legame affettivo con il ricevente (in assenza di consanguineità o di legami di legge) e la reale disponibilità a un consenso libero e informato. Viene quindi formulato un “Giudizio di opportunità di trapianto di rene tra viventi” da parte di un Collegio Medico composto da un chirurgo, da un nefrologo del Centro Trapianti e da un medico di fiducia indicato dal candidato donatore. Infine il Giudizio del Collegio Medico viene inviato al Pretore della Pretura Circondariale competente per territorio (nel nostro caso Padova) che, dopo un colloquio con il candidato donatore, dichiarerà o meno che nulla osta all’esecuzione del trapianto di rene da donatore vivente.

Il Trapianto di rene da donatore vivente

L’intervento sul donatore

La preparazione

Se avete deciso di donare un rene a un vostro caro e siete stati ritenuti idonei alla donazione, potete iniziare la fase di preparazione all’intervento. La data dell’intervento sarà decisa di comune accordo tra donatore, ricevente ed équipe chirurgica che eseguirà il trapianto. Nel periodo che precede l’intervento, non dovrete fumare per almeno 2 settimane. Se siete in sovrappeso, dovrete dimagrire prima della donazione di rene. Tutte queste avvertenze sono finalizzate alla vostra sicurezza in quanto riducono i rischi di insorgenza di complicanze post-operatorie.

L’intervento

Sarete ricoverati il giorno prima dell’intervento. Al momento del ricovero dovrete portare con voi i referti di laboratorio, le radiografie e l’ECG. Dovrete inoltre accertarvi che il vostro stato di salute non sia cambiato rispetto all’ultimo controllo. Sarete sottoposti a una visita anestesiologica durante la quale vi verranno fornite tutte le informazioni riguardanti l’anestesia e il trattamento del dolore post-operatorio. La sera prima dell’intervento vi verrà inserito nel braccio un ago-cannula intravenoso. Questa infusione di liquidi ha lo scopo di preparare il rene alla rimozione e al successivo trapianto.

Quando sarete in sala operatoria, riceverete l’anestesia attraverso l’ago-cannula e velocemente vi addormenterete. A quel punto, attraverso un catetere inserito nella vescica, verrà raccolta e misurata l’urina. L’operazione chirurgica vera e propria, chiamata nefrectomia del donatore, durerà dalle 2 alle 3 ore e verrà eseguita per via laparoscopica. Verranno eseguiti 4 piccoli fori nell’addome in corrispondenza dei punti in cui vanno inseriti il laparoscopio (una piccola telecamera) e gli strumenti chirurgici. Il rene viene rimosso attraverso un’incisione a livello addominale, sopra il pube, simile (anche se un po’ più piccola) a quella che si effettua per il parto cesareo.

In rare situazioni è indicato procedere all’intervento per via tradizionale lombotomica, con incisione attraverso i muscoli, sotto l’ultima costa di destra o di sinistra; in caso di complicanze intraoperatorie c’è la possibilità che il chirurgo decida di convertire l’intervento in laparotomia, quindi con un’incisione mediana addominale. Il chirurgo parlerà con i familiari quando l’intervento sarà terminato.

I vostri familiari e amici potranno farvi visita quando verrete riportati nella vostra stanza di degenza. Durante la permanenza in reparto gli infermieri effettueranno controlli frequenti alla temperatura, alla pressione e al polso e vi inviteranno a tossire e a respirare profondamente per facilitare la pulizia dei polmoni. La prima medicazione verrà effettuata il primo giorno dopo l’intervento. Nello stesso giorno sarete già in grado di alzarvi dal letto e camminare. La maggior parte dei donatori ha una degenza post-operatoria di 3-5 giorni.

Dopo il ricovero

Dovrete riposare per qualche settimana dopo la dimissione dall’ospedale. Potreste stancarvi facilmente e avvertire una dolenzia in prossimità della ferita chirurgica. La maggior parte dei pazienti, comunque, può riprendere le normali attività dopo 2-3 settimane. Un mese dopo la dimissione dall’ospedale vi sottoporrete ad esami ematochimici e a una visita chirurgica di controllo presso l’ambulatorio del nostro Centro. I successivi controlli (di emocromo e funzionalità renale) e le visite saranno effettuati a 3 e a 6 mesi dall’intervento, e in seguito annualmente, sempre presso i nostri ambulatori al Giustinianeo. Il rene che vi è rimasto aumenterà un po’ di volume e riuscirà comunque a svolgere il lavoro di due reni. Normalmente non ci sono restrizioni nello stile di vita del donatore, nessuna limitazione all’attività fisica, né diete particolari, né medicazioni complicate da fare. I donatori di rene hanno una durata di vita paragonabile a quella di tutte le altre persone.

I costi

I costi per gli esami necessari per la valutazione del donatore, per l’ospedalizzazione e per l’intervento sono totalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

La decisione

La donazione di un rene è una decisione delicata e complessa, che coinvolge la sfera psicologica del potenziale donatore, del paziente con l’insufficienza renale e delle rispettive famiglie. È importante prepararsi a un confronto aperto e sereno con i medici dell’équipe che eseguirà l’intervento, esprimendo eventuali dubbi e perplessità, in modo da rimuovere fin da subito motivi di ansietà e di preoccupazione. La decisione di donare il rene dev’essere assolutamente volontaria. Tenete presente che la vostra decisione potrà essere rivista in qualsiasi fase della procedura di donazione.

Contattateci

Invitiamo tutti coloro che stanno considerando l’eventualità di una donazione di rene da vivente a contattarci telefonicamente al numero 049-8211759.

Il Trapianto di rene da donatore vivente

L’intervento di trapianto

La preparazione all’intervento

Recatevi al Policlinico dell’Ospedale Civile di Padova, precisamente al 2° piano, presso il reparto della U.O.C. Chirurgia dei Trapianti Rene e Pancreas. È molto importante che arriviate in Ospedale digiuni. Sarete sottoposti a esami urgenti per verificare che il vostro stato di salute non sia mutato dall’ultimo controllo. In base ai risultati di questi esami, potrebbe rendersi necessaria una seduta di dialisi. In tutti i casi, prima del trapianto dovrete fare una doccia con sapone disinfettante e un clisma per pulire l’intestino. Già prima del trapianto potrà essere necessario somministrarvi dei farmaci per aiutare il vostro organismo ad accettare il nuovo rene: Neoral ®, Prograf ®, Cellcept ®, Myfortic ®, Certican ®, Rapamune ®, Tacni ®, Envarsus ® ed Advagraf ® sono i farmaci anti-rigetto più comunemente usati. Questi farmaci diminuiranno la vostra normale risposta immunitaria al nuovo rene.

Poiché il rene donato mantiene sempre la sua originale identificazione, avrete bisogno di assumere piccole quantità di medicinali anti-rigetto per tutto il resto della vostra vita. Presso il nostro Centro esiste la possibilità di utilizzare, nell’ambito di ricerche multicentriche controllate, nuove combinazioni di farmaci immunosoppressori, volte a ridurne gli effetti indesiderati, o farmaci immunosoppressori di ultimissima generazione non ancora disponibili in farmacia. Per il loro utilizzo sarà necessario un colloquio informativo e la firma di un consenso informato specifico.

L’intervento

Indipendentemente dal tipo di donatore (vivente o deceduto), l’intervento di trapianto è sempre lo stesso. Una volta entrati in sala operatoria, l’anestesia vi sarà data per via endovenosa, così vi addormenterete velocemente. Una volta addormentati, vi verranno posizionati sia un catetere vescicale che una cannulina nel collo o sotto la clavicola, quest’ultima allo scopo di monitorare il vostro bisogno di liquidi.

Mentre sarete sotto anestesia generale, il chirurgo vi farà un’incisione e collocherà il nuovo rene nella metà inferiore del vostro addome. I vasi del nuovo rene, cioè l’arteria e la vena renale, saranno anastomizzati con l’arteria e la vena iliaca, che sono i grossi vasi che vanno e tornano dalle gambe. L’uretere (tubicino che drena l’urina dal nuovo rene) sarà connesso alla vostra vescica. Nella maggior parte dei casi i vostri reni malati saranno lasciati in sede. La durata dell’intervento è approssimativamente di tre ore. Durante l’intervento i vostri familiari potranno aspettare nella sala d’attesa adiacente al reparto. Il chirurgo parlerà con loro appena l’intervento sarà terminato.

Dopo l’intervento

Quando vi sveglierete, sarete ancora in sala operatoria, ma appena la fase di risveglio sarà completata verrete trasferiti al Centro Trapianti adiacente al reparto. Riceverete fluidi e farmaci attraverso la cannulina endovenosa che vi sarà stata posizionata in sala operatoria. Infine attraverso il catetere vescicale vi verrà misurata l’urina. Non mangerete e non berrete nulla fino al giorno dopo l’intervento. L’infermiere vi insegnerà a tossire e a eseguire degli esercizi di respirazione profonda per mantenere i polmoni espansi e per impedire che il ristagno delle secrezioni vi possa causare una polmonite. Il rene comincerà lentamente a funzionare dal momento in cui saranno anastomizzati i vasi in sala operatoria.

Non sempre l’organo trapiantato comincia subito a produrre urina: quando un rene non funzione immediatamente, significa che sta attraversando un periodo di necrosi tubulare acuta (ATN). L’ATN è una condizione reversibile che normalmente si risolve da sola in alcune settimane. Nel frattempo avrete bisogno di qualche seduta di dialisi ed il rene verrà monitorato con frequenti eco-color-doppler ed eventualmente con biopsie del rene trapiantato. Al Centro Trapianti, già dal giorno successivo al trapianto, potrete ricevere la visita di familiari e amici negli orari prestabiliti.

Il Trapianto di rene da donatore vivente

Il trapianto ABO incompatibile

Cosa si intende per “ABO incompatibile”

Per definire il gruppo sanguigno di un soggetto è importante ricordare che esistono due tipi di molecole presenti naturalmente sulla superficie dei globuli rossi e delle cellule del rene come di altri organi: il tipo A (distinto ulteriormente nei sottotipi A1 e A2) e il tipo B.

Ciascuno di noi può possedere o entrambe le molecole (gruppo AB), o una sola delle due (gruppo A o gruppo B), o nessuna di esse (gruppo 0). I soggetti di ciascun gruppo producono naturalmente anticorpi rivolti contro i gruppi sanguigni che non possiedono.
La quantità di anticorpi contro il gruppo sanguigno estraneo (“titolo”) varia da soggetto a soggetto. I soggetti di gruppo 0 producono anticorpi sia contro il gruppo A sia contro il gruppo B, pertanto possono ricevere sangue o un trapianto di rene da donatori di solo gruppo 0; un soggetto di gruppo A produce anticorpi contro il gruppo B, per cui potrà ricevere da un donatore di gruppo A o di gruppo 0 (e viceversa un soggetto di gruppo B produce anticorpi contro il gruppo A, pertanto riceverà da un donatore di gruppo B o 0); un soggetto di gruppo AB non produce invece anticorpi, quindi potrà ricevere un trapianto da qualunque donatore, sia di gruppo A, B, 0 o AB. La positività o negatività del fattore Rh non viene invece tenuta in considerazione ai fini del trapianto.

Come scongiurare i rischi di rigetto

L’incompatibilità di gruppo sanguigno AB0 è stata a lungo considerata una controindicazione assoluta al trapianto di rene. Il trapianto di rene in un soggetto AB0 incompatibile comporta infatti l’immediata aggressione da parte degli anticorpi del ricevente nei confronti dell’organo trapiantato, con conseguente rigetto e perdita irreversibile della funzionalità dell’organo.

Maggiore è il titolo degli anticorpi presenti nel gruppo sanguigno del ricevente, più precoce e grave è il rigetto.
I primi trapianti di rene AB0 incompatibile effettuati nel mondo risalgono agli anni Ottanta, ma solo negli ultimi anni, grazie ai progressi nelle strategie terapeutiche, si sono potuti raggiungere risultati paragonabili a quelli dei normali trapianti da donatore vivente AB0-compatibile.

Per effettuare un trapianto di rene AB0 incompatibile è necessario instaurare sul ricevente un trattamento desensibilizzante, che ha inizio circa un mese prima del trapianto. Il trattamento desensibilizzante prevede la rimozione di anticorpi dal sangue tramite una procedura detta aferesi e l’inibizione della produzione di anticorpi contro il gruppo sanguigno estraneo.

Il Trapianto di rene da donatore vivente

Il trapianto cross-over

In caso di incompatibilità di gruppo sanguigno, o in caso di positività del cross-match, alla coppia donatore-ricevente può venire proposto di entrare nel protocollo nazionale cosiddetto “cross-over”.
Secondo tale modalità, diverse coppie, provenienti da tutta Italia, per le quali non sia possibile procedere con il trapianto da vivente per una incompatibilità immunologica, possono entrare in un circuito al fine di trovare una coppia di scambio, in cui il donatore della prima coppia donerà al ricevente della seconda coppia, mentre il donatore della seconda coppia donerà al ricevente della prima coppia.

Tale procedura viene effettuata nel completo rispetto dell’anonimato, e gli interventi chirurgici vengono eseguiti nel Centro in cui sono iscritti i candidati al trapianto. Potrebbe pertanto avvenire che il donatore e il ricevente vengano operati da équipe diverse in Centri diversi, seppure in contemporaneità.
È possibile scaricare e visionare il modulo di consenso a tale programma.

Consenso informato al trapianto da donatore vivente in modalità cross-over
>> link: PDF Modulo Consenso Informato Scritto per il candidato ricevente

Catene samaritane

Per donatore “samaritano” si intende un donatore vivente di rene che offre per puro spirito di liberalità e gratuità l’organo, senza alcun tipo di remunerazione o contraccambio, alla collettività e non a uno specifico ricevente. La donazione samaritana può dare il via a una catena di trapianti da donatore vivente tra coppie incompatibili e terminare con l’ultimo donatore della coppia che dona a un paziente in lista d’attesa.

Trapianto in modalità DEC-K

Da luglio 2019 rientra fra i programmi nazionali italiani di Kidney Paired Donation il programma DEC-K (Deceased Kidney Paired Exchange) basato sul concetto che sia un donatore deceduto, di qualità stimata paragonabile a quella di un donatore vivente e compatibile con un ricevente di una coppia arruolata nel programma, a far partire una catena di trapianti da donatore vivente fra coppie incompatibili. Al primo ricevente della catena, che viene selezionato per il trapianto con rene da donatore deceduto, viene offerta una priorità di lista e la catena prosegue in modo che ogni donatore doni il suo rene solo dopo che il ricevente della coppia sia stato trapiantato. Le catene DEC-K terminano poi con la restituzione di un organo da vivente ai pazienti della lista di attesa che non hanno a disposizione donatori viventi.

Il successo di questo programma si fonda sulla volontà dei donatori a procedere con la donazione a favore di un soggetto sconosciuto dopo che il ricevente a loro correlato abbia ricevuto un trapianto di rene con priorità di lista da donatore deceduto. Per tale ragione è fondamentale che ogni donatore vivente esprima il suo consenso alla donazione quando il programma viene proposto alla coppia e che lo confermi anche successivamente in occasione del trapianto del ricevente della coppia.

Il programma “DEC-K” è stato inizialmente promosso dalla Regione Veneto, dal Coordinamento Regionale Trapianti del Veneto, dall’Azienda Ospedaliera di Padova e dall’Università degli Studi di Padova che ha realizzato per la prima volta al mondo una catena di trapianti da vivente tra coppie incompatibili innescata da un donatore deceduto.